I dottori agronomi e dottori forestali lombardi sollecitano la vendita delle terre demaniali ai giovani, misura introdotta per la prima volta dal Governo Monti con un provvedimento a fine 2011 e ribadita nel marzo di quest’anno nell’ambito del cosiddetto ‘decreto liberalizzazioni’.
“Avevamo a suo tempo salutato con grande interesse un provvedimento atteso – ricorda il presidente di FODAF Lombardia, Giorgio Buizza -, che potrebbe andare a beneficio degli aspiranti giovani agricoltori e delle nuove leve del settore, sempre alle prese con il problema dell’elevato costo dei terreni in aree ad alto tasso di sviluppo, quale la Lombardia. Tuttavia, a distanza di mesi, non v’è traccia dell’elenco dei terreni ‘cedibili’, che avrebbe dovuto essere pronto entro il 30 giugno. Oltre al consumo di suolo coltivabile, destinato all’edificazione e alle infrastrutture, - tema sul quale si sono avviate iniziative sia governative, sia regionali, riteniamo penalizzante per la comunità anche il mancato uso o l’abbandono dei suoli agricoli di proprietà pubblica che potrebbero trovare invece uno sbocco positivo a seguito della loro cessione ai privati, soprattutto se giovani”.
Per la Federazione così si rischia di vanificare un meccanismo che sulla carta era stato ben congegnato, prevedendo tra l’altro l’esenzione – per quanto riguarda gli atti di acquisto di questi terreni - dal pagamento delle principali imposte dovute in materia di compravendite immobiliari. Altrettanto condivisibile il vincolo di destinazione ventennale all’attività agricola dei terreni così alienati, concepito al fine di mettere queste operazioni al riparo da qualsivoglia finalità di speculazione.
“L’auspicio – conclude Buizza – è che il Governo, in questa fase terminale del proprio mandato, non si dimentichi completamente del settore primario e voglia dare corso ad una norma peraltro già adottata, se non altro come segnale d’attenzione per l’impegno delle giovani generazioni e verso la salvaguardia del territorio rurale”.