I dottori agronomi e dottori forestali lombardi esprimono condivisione per il progetto governativo sulle terre agricole pubbliche, da tempo atteso alla prova dei fatti. Con il Dl liberalizzazioni, dopo un tribolato cammino che l’ha visto transitare per vari atti normativi, il tema dell’assegnazione di terre demaniali ai giovani agricoltori sembra giunto finalmente ad un punto fermo: ogni anno l’agenzia del demanio dovrà trasmettere i dati sui terreni agricoli di proprietà pubblica al ministero delle politiche agricole, che insieme al ministero dell’economia stilerà un elenco dei terreni considerati “cedibili” entro il 30 giugno di ogni anno. Ciascuna di queste proprietà, se di valore superiore a 100.000 euro, sarà venduta in asta pubblica; se di valore inferiore sarà invece venduta attraverso una procedura negoziale diretta, tenendo come prezzi di riferimento quelli medi di mercato. “Si tratta di un provvedimento atteso – ricorda il presidente di FODAF Lombardia, Giorgio Buizza -, che va a beneficio delle nuove leve, da cui ci aspettiamo un coraggioso impulso di modernizzazione per il settore primario. Uno dei principali ostacoli che gli aspiranti agricoltori incontrano in fase di insediamento è proprio quello dell’elevato costo dei terreni: ciò è particolarmente vero per la Lombardia, dove nelle aree di pianura i valori medi dei terreni hanno raggiunto ormai soglie proibitive, soprattutto in periodi di restrizione del credito da parte delle banche”. L’auspicio di FODAF è che l’annunciato meccanismo di alienazione dei terreni di proprietà dello Stato, di enti pubblici e fondazioni possa essere applicato in forme semplici e rapide. “È comunque positiva – commenta Buizza – la decisione che esenta gli atti di cessione di questi terreni dal pagamento delle principali imposte in materia di compravendite immobiliari. È altresì condivisibile il vincolo di destinazione ventennale dei terreni stessi all’attività agricola, che metterà queste operazioni al riparo da qualsivoglia finalità speculativa e contribuirà al mantenimento del territorio rurale” (Foto: giovane allevatore - Archivio ERSAF/DGA).