La Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia auspica un impegno netto dei candidati alle prossime elezioni regionali sui temi legati all’agricoltura, all’ambiente e alla difesa delle aree rurali.
Una prima sollecitazione riguarda la volontà di valorizzare l’attività di consulenza e di collaborazione con i tecnici che operano all’esterno delle strutture pubbliche. Per effetto della crisi economica e a causa degli abusi evidenziati presso alcune pubbliche amministrazioni in termini di consulenze esterne, sono stati penalizzati e posti in cattiva luce, in una visione completamente distorta, tutti gli interventi di collaborazione professionale e di progettazione esterna affidati ai liberi professionisti. In presenza di un blocco contemporaneo sia di assunzioni che di incarichi esterni, non sarà possibile far fronte alle sempre più urgenti necessità di progettare e realizzare opere e servizi destinati a migliorare la qualità della convivenza civile e a supportare le esigenze del mercato e della produzione.
“Valorizzazione delle risorse agricole e pianificazione del territorio rurale per mantenere un altissimo livello qualitativo alle produzioni lombarde, sono da sempre tra le nostre priorità - ricorda il presidente della Federazione, Giorgio Buizza –. Confidiamo pertanto che i candidati al ruolo di consigliere regionale lombardo abbiano una chiara percezione dell’urgenza di determinate questioni nell’ambito di una regione che è, al tempo stesso, la più agricola e la più industrializzata del Paese”.
I dati elaborati da ERSAF e dalla giunta regionale uscente – ricordano i dirigenti della Federazione – indicano che in Lombardia, negli ultimi 50 anni si sono consumati in media 12 ettari di terreno agricolo al giorno. Dall’ultimo censimento emerge che la superficie agricola lombarda è ormai scesa al di sotto della simbolica soglia di un milione di ettari e che il processo di diminuzione del suolo agricolo disponibile continua, ancorché a ritmi un poco inferiori rispetto al recente passato.
“Negli anni scorsi – sottolinea Buizza – si è fatto molto per avere una mappatura completa e aggiornata delle condizioni del territorio lombardo. Si pensi alla messa in cantiere del cosiddetto Geoportale, che consente di leggere lo stato attuale dei luoghi, così come le modificazioni intervenute in passato e quelle previste nelle nuove pianificazioni. Ma ora bisogna passare ad azioni concrete di salvaguardia delle aree rurali, pena la disgregazione di assetti territoriali già delicati con conseguenze assai dannose sia per le attività produttive agricole sia per la tutela delle risorse naturali”.
A questo riguardo la Federazione non manca di sottolineare come la sfida della definizione dei cosiddetti ambiti agricoli strategici, previsti dalla Legge regionale n. 12 del 2005, sia stata sostanzialmente persa in molte realtà provinciali. Tali ambiti, lo ricordiamo, se adeguatamente messi a regime, avrebbero dovuto rappresentare un valido strumento per sottrarre i migliori terreni agricoli della regione al pericolo di utilizzo per usi diversi da quello agricolo.
Tra le altre emergenze con cui la nuova amministrazione regionale dovrà confrontarsi vi è la questione nitrati, ormai ben più rischiosa della stessa vicenda delle quote latte per gli effetti negativi che potrebbe comportare a carico della zootecnia lombarda. Buizza fa notare che “il recente provvedimento contenuto nel decreto sviluppo - peraltro a rischio di infrazione comunitaria - che dispone la revisione delle cosiddette ‘zone vulnerabili’ da nitrati di origine agricola, rappresenta solo una dilazione del problema”. Se deve esserci una revisione dei perimetri delle zone vulnerabili, è indispensabile che si faccia al più presto. Per questo, a detta della Federazione, la prossima amministrazione regionale dovrà procedere a ritmi serrati alla ricerca di una soluzione che contemperi le richieste di Bruxelles con le esigenze di tutela del patrimonio zootecnico lombardo.
Sta prendendo forma anche il PAN - Piano d’azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari - finalizzato a mettere sotto controllo, ai fini della salvaguardia ambientale e della qualità dei prodotti agroalimentari, la distribuzione e l’uso dei fitofarmaci. I nostri professionisti, per cultura di base e per preparazione universitaria, sono gli unici titolati a svolgere un ruolo di terzietà tra produttori e utilizzatori per certificare, con un percorso tracciabile, che i prodotti fitosanitari, laddove devono essere impiegati per garantire le produzioni agricole, siano utilizzati nei limiti stabiliti dalle norme nazionali ed europee che tutelano la salute dei consumatori e la salubrità dell’ambiente. La Federazione si aspetta da Regione Lombardia, in collaborazione con l’università, un ampio coinvolgimento fin dalla fase di elaborazione del piano e soprattutto nella fase di attuazione.
Un’ultima sottolineatura riguarda il coinvolgimento degli stessi dottori agronomi e forestali nelle principali azioni condotte dalla Regione in materia di pianificazione territoriale e di sviluppo delle aree rurali. A tale proposito, Buizza evidenzia senza mezzi termini che fino ad oggi la Regione ha fatto poco per valorizzare adeguatamente il ruolo dei professionisti del settore rurale e forestale. “Da parte nostra siamo sempre stati disponibili a dare un fattivo contributo – conclude Buizza – e continueremo ad esserlo, ma auspichiamo da parte dei futuri nuovi eletti una maggiore sensibilità verso le nostre proposte e la nostra professionalità”.