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Consiglio Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali

Preoccupazione per la procedura d'infrazione in materia di nitrati

Nei giorni scorsi la Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia ha manifestato una seria preoccupazione circa i possibili sviluppi della procedura d’infrazione UE in materia di nitrati. La “moratoria” annuale sulla direttiva comunitaria n. 676/91, concessa dal Parlamento italiano alla fine del 2012, ha infatti generato lo scorso mese di febbraio una reazione formale da parte di Bruxelles, primo passo di una procedura d’infrazione a carico del nostro Paese in materia di spandimento dei reflui zootecnici.
“La replica del ministero delle politiche agricole alla richiesta di chiarimenti da parte di Bruxelles - ricorda il presidente della Federazione, Giorgio Buizza – è stata inviata circa due settimane fa e si è ora in attesa della risposta della Commissione Europea. Qualora le spiegazioni fornite non venissero accolte, si aprirebbe una stagione assai difficile per la zootecnia della Lombardia e delle altre regioni più all’avanguardia in questo comparto”.
Se per un verso, secondo i dati recentemente forniti dalla direzione generale agricoltura della Regione Lombardia, cresce il numero degli allevamenti che si adeguano ai parametri stabiliti dall’Unione Europea, d’altro canto la problematica ha ancora contorni assai rilevanti.
“Per questa e altre ragioni – afferma Buizza - urge al più presto un governo che difenda gli interessi dell’agricoltura italiana in sede comunitaria: sono infatti in corso numerose partite cruciali, a partire dalla definizione della nuova Politica agricola UE, che condizioneranno la vita di centinaia di migliaia di nostre imprese per i prossimi sette anni”.
Per la Federazione occorre peraltro che qualcuno evidenzi in maniera inequivocabile a Bruxelles alcune inaccettabili incoerenze di cui fanno le spese i nostri agricoltori proprio in materia di nitrati. “Come professionisti abbiamo già denunciato più volte – osserva Buizza – una contraddizione di fondo nell’applicazione di una norma teoricamente concepita a tutela dell’ambiente: chi attua coltivazioni che richiedono alti quantitativi di fertilizzante si vede infatti obbligato a ridurre l’apporto dei concimi organici prodotti gratuitamente in azienda a vantaggio dei costosi concimi di sintesi, pena un mancato rispetto delle norme comunitarie. È una situazione palesemente contraria a qualsiasi logica di sostenibilità ambientale”.