In seguito ai recenti incontri tra Regione Lombardia e Federlegno in merito alla crisi dell’industria regionale del legno, la Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia interviene sul tema formulando valutazioni e proposte.
“Le difficoltà che stanno attraversando attualmente alcune rinomate aziende lombarde da sempre leader nel settore dell’arredo o della produzione di compensati e laminati – avverte il presidente della Federazione, Giorgio Buizza – costituisce un ulteriore segnale d’allarme circa la situazione sempre più problematica che caratterizza il comparto. A questo punto non appare più procrastinabile una forte iniziativa concertata tra istituzioni, professionisti e imprese che possa ridare slancio all’intera filiera, suggerendo diverse linee operative”.
Per la Federazione è corretta la sottolineatura dell’amministrazione regionale che ha indicato come punto di partenza “una gestione forestale rivolta in modo particolare agli aspetti economici”, in cui ambiente ed economia possano convivere.
“Sebbene occorrano decenni per verificare l’effettivo miglioramento della produzione forestale - tiene a precisare Buizza -, è necessario inserire le politiche forestali tra le strategie prioritarie, poiché con un buon governo della risorsa forestale si possono ottenere risultati positivi sotto l’aspetto economico, nelle aree vocate, ma anche sotto il profilo ambientale, energetico e di protezione idrogeologica. Dopo decenni di disinteresse e di abbandono è bene ricominciare ad occuparsi della montagna e delle foreste”.
Ci troviamo peraltro di fronte a finalità di interesse generale, del tutto compatibili con l’attuale situazione delle foreste lombarde. “In Lombardia – osserva Buizza - vi sono oltre un milione di metri cubi di legname inutilizzati, ovvero una consistente massa di legname che potrebbe essere messa almeno in parte a frutto senza compromettere l’entità complessiva del nostro patrimonio forestale. Al contrario, quest’ultimo potrebbe risultarne rivitalizzato”.
Per la Federazione, accanto al settore dell’arredo e dei trasformati, basati soprattutto su produzioni di qualità, si potrebbe investire per cercare di dare impulso, tramite i consorzi forestali, alla filiera bosco-legno-energia, valorizzando anche le produzioni di legname poco pregiato, di cui sono ricchi i boschi lombardi.