Oltre 70 addetti ai lavori provenienti dalle province di Como, Lecco, Sondrio, Bergamo, Milano e Varese si sono riuniti a Erba (CO) per discutere di verde urbano su iniziativa dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Como, Lecco e Sondrio e con il patrocinio della Federazione regionale lombarda.
“Tra le necessità che emergono dall’analisi del quadro attuale – ha esordito il presidente dell’Ordine, Giorgio Buizza – vi è innanzitutto quella di migliorare la qualità dei regolamenti del verde urbano: linguaggio e terminologia comprensibili, facile applicazione, rispetto della legalità, sanzioni non vessatorie sono tra i principali aspetti che è necessario garantire negli strumenti normativi da adottare a livello municipale. Occorre inoltre puntare con convinzione alla buona conservazione del verde esistente e alla nuova produzione di verde di qualità, con costi di gestione ridotti”.
Mario Carminati, vicepresidente dell’Ordine di Bergamo, presentando un’estesa casistica ricavata dalla propria esperienza professionale, ha mostrato con eloquenti immagini gli effetti deleteri della mancanza di regolamentazione: in alcuni contesti permangono infatti errori di impostazione e comportamenti poco lungimiranti che minano dall’origine la sopravvivenza futura di alberi in ambito urbano. Carminati si è anche soffermato sulla necessità che le sistemazioni a verde siano coerenti con il paesaggio, cercando di valorizzare le specie locali e contenendo l’uso delle specie esotiche.
Successivamente Pietro Cardani ha presentato l’esperienza del Comune di Varese, dove il regolamento per il verde urbano è in uso ormai da parecchio tempo. “E’ stato necessario un aggiornamento periodico – ha precisato cardani - mirato a semplificare i contenuti e ad evitare inutili ripetizioni di norme di riferimento generale”. Cardani ha anche evidenziato l’importanza che l’ente pubblico, oltre all’azione impositiva e regolamentare, svolga un’azione di indirizzo e di suggerimento nei confronti dei cittadini: questi ultimi sono infatti spesso condizionati dalle imprese che mirano a fare il proprio interesse economico anziché suggerire soluzioni adeguate alle necessità. Gli effetti degli impianti sbagliati si riconoscono solo dopo anni, quando l’albero è ormai adulto e ingombrante e in grado di produrre danni e costi anziché benefici.
Angelo Vavassori, libero professionista di Como, ha affrontato il tema della regolamentazione per l’uso delle aree verdi spostando il discorso sulla necessità di avere più precisi riferimenti dagli strumenti di programmazione e governo del territorio: il verde pubblico è uno strumento con pari dignità rispetto ad altri servizi e deve essere quindi oggetto di attenzione nel piano dei servizi del PGT.
Stefano Cerea, presidente dell’Associazione Nazionale direttori e tecnici dei pubblici giardini, ha evidenziato la difficoltà dei tecnici del settore pubblico ad operare per la salvaguardia e la cura del verde nonostante molti comuni si siano dotati del Regolamento. Ciò è riconducibile essenzialmente a tre motivi:1) la difficoltà nelle operazioni di controllo; 2) la stretta interrelazione del regolamento del verde con molti altri regolamenti che riguardano gli spazi pubblici (le reti dei sottoservizi, il regolamento edilizio, il Codice della strada …); 3) la necessità di comprendere in una valutazione complessiva non solo il verde urbano, ma anche quello extra urbano (alberate stradali, boschine, fasce verdi di protezione e mascheramento delle aree produttive), che riveste un ruolo essenziale per la qualità del paesaggio.
L’avv. Claudio Linzola con il suo intervento ha creato un certo scompiglio nell’uditorio, richiamando la necessità di fissare norme regolamentari nel pieno rispetto di norme sovraordinate. A suo giudizio molti regolamenti comunali contengono norme (entità delle sanzioni, imposizioni sulle aree private) che, se non inserite organicamente in un contesto di tutela, potrebbero risultare illegittime e facilmente contestabili in sede giudiziaria. La giurisprudenza non ha ancora prodotto molte sentenze di riferimento in questo campo: Lizzola ha quindi consigliato molta prudenza e una particolare attenzione nella fase di elaborazione del regolamento. È stato evidenziato come spesso il cittadino preferisca sottostare in ogni caso alle norme imposte dai regolamenti locali, almeno fino a quando gli oneri che ne derivano sono accettabili, piuttosto che affrontare le vie legali con i relativi alti costi. Tuttavia non è questa una buona giustificazione per mantenere in vita regolamenti discutibili sotto il profilo della legittimità.
L’intervento del presidente Buizza ha infine riguardato la stima dei valori degli alberi che i regolamenti propongono per la valutazione delle sostituzioni e delle compensazioni. Esiste un ampio spettro di procedure e metodologie con risultati talmente diversi da porre seri interrogativi sulla correttezza metodologica delle valutazioni. Dagli esempi esposti è risultato che la compensazione del medesimo albero tagliato in città diverse potrebbe dar luogo ad una richiesta di compensazione di 50 euro in un comune, di 8000 euro in un altro comune e di 100.000 euro in un altro ancora. Buizza ha anche evidenziato come taluni regolamenti comunali contengano norme contraddittorie, errori e persino banalità, che fanno dubitare della professionalità di coloro - certamente non professionisti del settore - che hanno elaborato i testi.
L’incontro ha avuto come gradito ospite l’On. Veronica Tentori, parlamentare lecchese componente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati. L’occasione è stata propizia per un incontro con la categoria dei dottori agronomi e dottori forestali, che svolgono un’importante funzione di cerniera e di collegamento con gli operatori agricoli e con le realtà produttive locali. L’On. Tentori ha presentato i temi che la Commissione Agricoltura ha in calendario: qualità dell’agroalimentare, l’uso sostenibile dei fitofarmaci, la salvaguardia del territorio sotto l’aspetto idrogeologico, la Politica agricola Comunitaria (PAC). L’on. Tentori ha partecipato alla seconda fase della tavola rotonda ed ha seguito il dibattito che si è sviluppato nella parte finale dell’incontro.
Le conclusioni del Presidente Buizza hanno evidenziato la necessità da parte dei dottori agronomi e forestali di proseguire gli approfondimenti e di elaborare linee guida non solo sul tema del regolamento del verde urbano, ma anche su altre questioni ad esso collegate, quali la valutazione economica degli alberi urbani ai fini dell’eventuale compensazione e il tema del “Piano del verde”, in quanto componente fondamentale della programmazione territoriale su scala comunale.