Milano, 18 ottobre 2013
Un dossier di una ventina di pagine per evidenziare i punti chiave di una futura strategia per la tutela e lo sviluppo del territorio lombardo: così la Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali lombardi ha inteso presentare un primo contributo organico in vista della revisione della Legge regionale n.12 del 2005, che dovrà avvenire al termine di un processo consultivo recentemente avviato dall’amministrazione regionale lombarda.
“Le aree agricole, così come si presentano nella nostra regione – ha esordito il presidente della Federazione lombarda, Giorgio Buizza -, adempiono ad una molteplicità di funzioni. La principale è ancora certamente quella produttiva agricola in senso stretto, esaltata dalla specializzazione e dalla tecnica agronomica, più evidente nei territori della pianura. Ma non possiamo dimenticare la funzione energetica legata alla produzione di energia e materie prime rinnovabili, la funzione rigenerativa mediante sottrazione di CO2, così come quella di filtrazione e purificazione delle acque, la funzione estetico-paesaggistica, la garanzia di sicurezza alimentare e l’indispensabile ruolo ecologico svolto dall’intero settore primario”.
Nelle valutazioni dei costi-benefici rispetto alla trasformazione di ulteriore suolo agrario si dovrà tenere conto di una molteplicità di fattori di costo che gravano sulla collettività e che attualmente non vengono considerati. L’impiego di nuovo suolo agrario per l’urbanizzazione dovrà risultare meno conveniente rispetto al riuso di aree già urbanizzate e spesso inutilizzate o abbandonate.
Alla luce della valenza multifunzionale del sistema agricolo – fa notare la Federazione - per il futuro è indispensabile considerare tutte le potenzialità del buon uso delle aree agricole, nell’accezione di suoli permeabili, e puntare contestualmente, attraverso la pianificazione, ad utilizzare al meglio e in tutte le loro potenzialità anche le tante porzioni di territorio che, nel tempo, sono già state trasformate e impermeabilizzate.
“I ritmi di consumo del territorio del recente passato – osserva Buizza - non sono più sostenibili, non solo perché limitano l’attività agricola produttiva, ma perché provocano scompensi e limitazioni per tutta la cittadinanza. Per questa ragione occorrerà riformulare parte delle norme riguardanti i cosiddetti ambiti agricoli di interesse strategico”. Con tale espressione la Regione Lombardia designa le parti del territorio che le amministrazioni provinciali hanno la facoltà di vincolare come agricole in forma permanente.
“In questa visione complessiva – conclude Buizza - è infine possibile ipotizzare anche una maggiore elasticità nei vincoli che riguardano le aree rioccupate recentemente dal bosco a seguito dell’abbandono, le quali potrebbero in parte essere recuperate all’uso agricolo o al pascolo, sulla base di razionali piani di sviluppo aziendali” (Foto G. Buizza).
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Relazione sulla revisione della Legge sul Territorio.pdf | 848.55 KB |