La Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia torna a riflettere sulle opportunità insite nella formula dei distretti agricoli con particolare riferimento alla prossima riforma della Politica agricola comunitaria, che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2015, con un posticipo di un anno rispetto alle previsioni iniziali della Commissione europea. “In vista di una nuova Pac più povera di risorse occorrerà rivalutare adeguatamente il ruolo e le funzioni dei distretti - afferma Giorgio Buizza, presidente della Federazione -. Per cercare di superare la crisi attuale del settore si dovrebbe far leva su idonei strumenti di collaborazione atti a generare economie di scala a beneficio delle imprese. In un'epoca di forte contrazione delle finanze pubbliche sarà necessario puntare le risorse disponibili su progetti organici e innovativi, in grado di coinvolgere contemporaneamente un gran numero di portatori di interessi”. Sotto questo profilo, secondo la Federazione regionale, in Lombardia ci sarebbero le premesse per attrezzarsi adeguatamente in vista delle prossime sfide che attendono il settore agricolo e agroindustriale. “Grazie ad un’apertura in più fasi dei processi regionali di accreditamento – ricorda Buizza – in Lombardia in soli due anni si sono formalmente costituite ben 19 società di distretto, divise tra le tre tipologie dei distretti ‘agroalimentari di qualità’, ‘di filiera’ e ‘rurali’”. Alcune di queste aggregazioni hanno peraltro iniziato ad operare in tempi rapidi su progetti di un certo interesse. “L’auspicio – conclude Buizza – è che si possa giungere all’appuntamento con la nuova Pac e, in particolare, con il nuovo Piano di sviluppo rurale potendo contare su un tessuto imprenditoriale agricolo sempre più organizzato e in grado di reggere il confronto con le agricolture del Nord Europa, notoriamente ben strutturate sotto il profilo della cooperazione”.