UNICAA, centro di assistenza agricolo operante su tutto il territorio nazionale, e la Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia commentano con soddisfazione e, al tempo stesso, con doverosa prudenza, l’approvazione alla Camera - all’interno del decreto sviluppo - della modifica dei criteri di applicazione della direttiva comunitaria n. 91/676, nota al pubblico come “direttiva nitrati”. Quest’ultima, come è noto, attiene ad una questione agronomica e ambientale ad elevata criticità in materia di protezione delle acque.
Il recente provvedimento dispone la revisione delle cosiddette “zone vulnerabili” da nitrati di origine agricola, prevedendo che, nella fase transitoria, nelle attuali zone vulnerabili si applichino le disposizioni previste per le zone non vulnerabili. La delimitazione delle nuove aree sensibili dovrà avvenire entro un anno al massimo.
“E’ una norma molto importante perché dà agli allevatori un ulteriore anno di tempo per completare gli interventi di adeguamento alla direttiva – sottolinea Giambattista Merigo, presidente di UNICAA -. Per molte aziende si tratterà di una vera e propria boccata d’ossigeno: non è infatti esagerato dire che i contraccolpi di questa normativa in alcune regioni italiane potrebbero essere di portata ben maggiore rispetto all’annosa vicenda delle quote latte”.
D’altra parte il centro di assistenza agricola invita ad assumere un atteggiamento prudente e a lavorare per la messa a punto di rigorosi piani di gestione aziendale. “Non è escluso che possano emergere in seguito problemi di compatibilità con la normativa europea, ipotesi che ovviamente nessuno di noi si augura – aggiunge Merigo -. Ma al di là di tale considerazione, è importante evitare che questa ulteriore proroga dei termini per l’adeguamento alla direttiva ingeneri negli allevatori l’illusione che la norma in realtà non verrà mai applicata. Ciò avrebbe un duplice risvolto negativo: che chi si è già adeguato si senta preso in giro e che chi lo deve ancora fare non lo faccia nemmeno nel corso del 2013”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Federazione, Giorgio Buizza, per il quale “vista l'attuale condizione di difficoltà di tutto il settore agricolo, lo spostamento di un anno della scadenza per il rispetto dei parametri della direttiva nitrati può essere valutato anche positivamente, ma ad una sola condizione: di non pensare che il problema si possa risolvere con le proroghe”.
Precedenti esperienze – fa notare la Federazione - dimostrano che i problemi non risolti si aggravano e originano conseguenze che diventano, ad un certo punto, dirompenti e incontrollabili. La stessa applicazione della direttiva nitrati si trascina in Italia da molti anni senza che soluzioni efficaci siano ancora state attuate.
“Troppe volte l'Italia è risultata perdente nel confronto con il resto d'Europa per i suoi ritardi, le sue inefficienze, il suo scarso impegno nell'adeguare le proprie normative a quelle stabilite dall’Unione Europea – aggiunge Buizza -. Se deve esserci una revisione dei perimetri delle zone vulnerabili, è indispensabile che si faccia al più presto: non si può invocare l’UE quando si ha bisogno di finanziamenti o di sostegni ed ignorarla quando questa richiede impegni e adeguamenti migliorativi”.
La Federazione evidenzia al tempo stesso alcune incoerenze di fondo negli attuali meccanismi di applicazione della direttiva. “Non è tollerabile – osserva Buizza - che chi attua coltivazioni che richiedono importanti quantitativi di fertilizzante sia obbligato a contenere l'apporto dell'azoto organico prodotto in azienda e sia invece obbligato ad apportare al terreno, per la parte mancante, solo concimi di sintesi da reperire a caro prezzo sul mercato. Tale disposizione pare a tutti illogica e contraddittoria”.
In quest’ottica, UNICAA pone l’accento su uno specifico provvedimento in materia di utilizzazione agronomica del digestato proveniente da impianti per la valorizzazione energetica dei reflui zootecnici, che potrebbe portare verso una soluzione del problema efficace e, al tempo stesso, coerente con la normativa comunitaria. “La vera opportunità per il settore zootecnico – sottolinea Merigo – è l’applicazione della norma sul riconoscimento del ‘digestato’ come fertilizzante equiparato ai concimi di origine chimica e quindi utilizzabile nel rispetto della direttiva nitrati”.
La bozza del decreto interministeriale è già stata predisposta dal ministero dell’agricoltura ed è stata inviata al ministero dell’ambiente. “Un’approvazione in tempi rapidi di questo decreto – conclude il presidente di UNICAA - è di cruciale importanza in quanto consentirebbe di valorizzare al meglio gli effluenti di allevamento sia dal punto di vista energetico che agronomico: si avrebbero così riscontri positivi non solo sul fronte della sostenibilità ambientale, ma anche in termini di competitività delle imprese agricole più virtuose che hanno investito negli impianti di trattamento dei liquami”.
Le esperienze in atto in molti allevamenti – concludono i rappresentanti di UNICAA e della Federazione - indicano che le buone pratiche si possono attuare grazie alla sperimentazione scientifica e alla presenza di imprenditori disposti ad avvalersi di un supporto tecnico e professionale qualificato. L'anno di proroga non va quindi utilizzato per stare fermi, ma per proseguire efficacemente nella ricerca delle soluzioni più adeguate.