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Consiglio Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali

Applicazione della deroga alla Direttiva Nitrati

La Federazione interviene di nuovo sulla questione Nitrati, commentando la prossima fase applicativa della deroga concessa dall’Unione Europea, che prevede l’innalzamento del limite di azoto da 170 a 250 chili per ettaro all’anno per quanto riguarda lo spandimento dei liquami zootecnici nelle zone vulnerabili ai nitrati (Zvn). “Il provvedimento della Commissione Europea di deroga alla direttiva n. 91/676 – commenta Giorgio Buizza, presidente di FODAF – va nella direzione di modificare il giudizio generale sulla portata delle fonti inquinanti, per anni sbrigativamente attribuita in forma pressoché esclusiva agli allevamenti. Tuttavia, per autorizzare l’innalzamento del limite di azoto, Bruxelles ha imposto alle imprese l’adozione di un sistema di tracciabilità dei trasporti rigoroso e di una serie di vincoli ulteriori, necessari a garantire la massima tutela delle acque”. Secondo i dati della Regione Lombardia, 1033 aziende agricole lombarde hanno presentato domanda di deroga entro il 15 febbraio, scadenza imposta dall'Unione Europea. Prima della deroga, le aziende lombarde considerate non conformi per quantità di azoto nei reflui erano calcolate in oltre 4.400 su un totale di circa 10.000 interessate dall’applicazione della direttiva comunitaria. “I dati a disposizione – continua Buizza – dimostrano che, almeno in Lombardia, resta ancora qualche migliaio di casi critici. L’opportunità offerta dal provvedimento di deroga è sicuramente un aspetto positivo, ma non rappresenta certo un’opzione di facile applicazione, né tantomeno la definitiva soluzione del problema. Non bisogna ora perdere di vista la necessità di procedere a interventi di carattere più strutturale, fissando ad esempio i parametri per l’utilizzazione agronomica del cosiddetto digestato proveniente dagli impianti di biogas”. Per FODAF occorrerà pensare anche a progetti globali di razionalizzazione nello spandimento dei reflui, programmi da concepire in un’ottica comprensoriale e non su base aziendale. “In ogni caso – conclude Buizza – viste le inevitabili complicazioni che il cammino ora intrapreso porta con sé, il suggerimento è quello di avvalersi sempre di professionisti qualificati in campo agronomico e in materia di gestione aziendale, capaci di individuare le migliori soluzioni sia tecniche sia amministrative”. Le aziende avranno tempo fino a giugno per presentare il piano di fertilizzazione richiesto dalla deroga e realizzare gli interventi tecnici necessari per adeguarsi ai nuovi criteri (Nella foto: il presidente Buizza).