A pochi giorni dalla presentazione del Report regionale sulla competitività dell’agricoltura lombarda, in vista del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, la Federazione dei dottori agronomi e dottori forestali della Lombardia rilancia il tema della cura degli alpeggi e della loro valorizzazione come strategia per la difesa del territorio montano.
“Ci troviamo di fronte ad una tradizione millenaria - afferma Giorgio Buizza, presidente della Federazione –, che vede la Lombardia prima regione in Italia per quantità di latte trasformato in alpeggio. Anche se l’incidenza in termini relativi rispetto al totale del latte prodotto in regione è minima, inferiore all’1%, in alpeggio si realizzano alcuni prodotti di punta del comparto caseario”.
Peraltro, il valore dell’attività d’alpeggio non si esprime solo attraverso la qualità delle produzioni zootecniche, ma anche per gli aspetti culturali e ambientali che porta con sé. Non è inoltre da escludere la valenza turistica che potrebbe essere associata alla normale attività di pascolo in quota.
“La valorizzazione in chiave turistica di aree ritenute economicamente marginali non è certo una novità in agricoltura – sottolinea Buizza -. Nel caso degli alpeggi vi sarebbe l’opportunità di farne, in molti casi, veri e propri centri di attrazione per turisti ed escursionisti, caratterizzati da una particolare impronta di sostenibilità ambientale e di contatto con la natura, così come per famiglie e scolaresche alla ricerca di spazi educativi di alto profilo ecologico”. Per dare attuazione a queste iniziative è necessario dare piena dignità alle aree destinate agli alpeggi all’interno degli strumenti di governo del territorio e accompagnare l’uso delle strutture con adeguati piani di gestione, spesso inesistenti o di limitata efficacia.
La Federazione esprime l’auspicio che la prossima programmazione comunitaria in materia di sviluppo rurale possa affermare il rilancio di questa componente essenziale dell’economia rurale montana e di presidio del territorio, creando opportunità di permanenza e di insediamento di giovani imprenditori anche in aree oggettivamente difficili e svantaggiate per le particolari situazioni morfologiche e per la lontananza dai centri abitati.